La locandina qui sù di primo acchito per chi appartiene alla mia generazione potrebbe risultare più o meno anonima ma andando a scavare negli archivi della RAI si scopre che questa immagine rappresenta una delle quinte della trasmissione che sancì il successo televisivo dell’uomo che ha fatto la storia della critica enogastronomica italiana.
Luigi Veronelli non fu infatti solo scrittore, enologo, cuoco, filosofo ed editore ma iniziò la sua esperienza di giornalista conducendo, a partire dal 1971, uno dei programmi di cucina di punta della Rai, Colazione allo Studio 7. Qualche anno dopo la trasmissione cambiò nome diventando “A tavola alle 7” e andando in onda non più a pranzo ma a cena.
Ad affiancare Veronelli nella conduzione prima Umberto Orsini e Delia Scala, poi Ave Ninchi intenti a raccontare i segreti della cucina con ricette e gare culinarie tra VIP e ospiti del mondo dello spettacolo: zuppa di spinaci, zuppa di fagioli, pastasciutta, sarde alla molisana e alla napoletana, maiale e carni bianche, dolci di ogni regione protagonisti di sfide all’ultimo piatto. Insomma le radici di Masterchef e la Prova del cuoco le troviamo in questo contenitore che diventerà per Veronelli una delle piazze per la diffusione e valorizzazione del patrimonio enogastronomico italiano.
All’interno della trasmissione la Rubrica “In Cantina” spazio dedicato ad approfondimenti legati al mondo del vino: ogni puntata un tema diverso, dalla vendemmia all’imbottigliamento, dall’allestimento alla gestione della cantina, dall’uso dei bicchieri da degustazione alla decantazione per citare solo alcune delle chicche che ancora oggi è possibile visionare su RaiPlay. Io le ho divorate tutte, come le migliori serie di Netflix. Un tesoro da cui ancora oggi si possono attingere spunti molto interessanti oltre alle emozioni che il buon Gino sapeva regalare con il suo stile unico nel raccontare il vino.
Se volete trovate qui le puntate. Buona visione!
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