La scommessa di Milena Pepe sulla sua Irpinia

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Le radici irpine mi hanno ricondotta spesso nelle terre in cui mio padre è vissuto da ragazzo. Ogni volta che ho percorso le strade della sua infanzia sono rimasta rapita dai paesaggi sfondo dei suoi racconti che riconoscevo così come erano stati minuziosamente descritti: una terra impervia e fiera in altura con i suoi boschi fitti, accogliente lungo le colline con vigneti e frutteti. E poi l’aria buona, il buon cibo e il Taurasi, il grande vino che scalda anima e corpo anche negli inverni più freddi. Una terra che se nei racconti di infanzia incuriosisce e affascina, una volta vissuta ti tiene legato indissolubilmente ed è richiamo per il ritorno, seppur solo per contemplarne la bellezza.

Di questo richiamo è fatta la storia singolare di Milena Pepe, una delle imprenditrici del mondo del vino campano che con la sua Tenuta Cavalier Pepe, anno dopo anno, sempre più fa parlare di sé.

Classe 1980, nata e cresciuta a Bruxelles da madre belga e padre irpino originario di Luogosano, fin dagli anni del liceo Milena si immerge appena può nelle attività di famiglia: il sabato e la domenica lavora nei ristoranti di papà Angelo (che di lì a poco sarebbe stato insignito da Oscar Luigi Scalfaro dell’onorificenza di Cavaliere del Lavoro), dedicandosi all’accoglienza e al servizio in sala. D’estate frequenta corsi per imparare altre lingue. Poi gli studi universitari legati al mondo dell’enologia: Marketing del vino in Provenza e Viticoltura ed Enologia in Borgogna. Nel 2003, ispirata dai racconti del padre sui ricordi d’infanzia e sulle vigne di Luogosano, Milena decide di lasciare il Belgio e trasferirsi in Irpinia.

I suoi studi e le competenze acquisite, insieme all’amore per la sua terra e per il vino, la sostengono in un percorso impegnativo ma fortemente voluto: riprendere in mano la gestione dei vigneti di famiglia, dislocati tra Sant’Angelo all’Esca e Taurasi, le cui uve venivano fino a quel momento conferite a produttori locali. Milena decide di curarne direttamente sia la parte agronomica (che oggi conta il supporto di Mirco Colella), che quella enologica (oggi seguita con Gennaro Reale), per arrivare alla prima vendemmia nel 2005

I vigneti si prestano alla produzione di uve di alta qualità grazie alla combinazione di altitudine, posizione su pendii con ottima esposizione, natura dei terreni vulcanico-argilloso calcarea, condizioni climatiche caratterizzate dalle lunghe stagioni estive e dalle elevate escursioni termiche.

La scuola francese non influenza Milena nella sperimentazione di impianti di vitigni internazionali né nella pratica dei tagli. La focalizzazione in termini strategici è sulla valorizzazione dei vitigni autoctoni e sull’impiego di moderne tecnologie in cantina per affinare la qualità del prodotto. D’altronde l’Irpinia, unica denominazione in Italia a contare tre DOCG, offre così tanto spazio con le sue eccellenze che non c’è da distrarsi.

Oggi Tenuta Cavalier Pepe si presenta come una struttura articolata con 60 ettari di vigneti di proprietà e 10 in affitto, una cantina, un laboratorio di analisi, una sala di degustazione capace di ospitare fino a settanta persone, un’azienda agraria che produce anche olio, un ristorante con vista ed un B&B, mix perfetto che ne fa meta privilegiata e qualificata per il turismo culturale ed enogastronomico.

La produzione supera le 400.000 unità con una gamma di prodotti ampia e articolata: tra i bianchi accanto a Greco, Fiano e Falanghina spicca la Coda di Volpe, tra i rossi i due gemelli Taurasi “Opera Mia” e “Loggia del Cavaliere Riserva” che anno dopo anno si sfidano nel fare incetta di premi della critica enologica, non ultimo quello di Miglior Rosso dell’anno per l’edizione Vinitaly 2020.

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